Il parto come strumento di potere
Da quando ho studiato il processo della nascita per la prima volta nel 2008, il parto è diventato per me il metro con cui paragonavo ogni esperienza.
“Pensa che un giorno dovrai partorire” mi dicevo ogni volta che dovevo affrontare un dolore fisico o un problema nella vita. So che detto così sembra un po’ buffo come modo di affrontare le sfide della vita…ma nonostante la mia giovinezza dell’epoca, mi era già molto chiaro che il parto fosse una bella sfida.
Risulta una grande sfida non perché devi fare meglio di come ha fatto l’altra amica o perché devi fare fronte alle aspettative che tutti hanno su di te (e se hai studiato ostetricia tutti su di te ne hanno tante. Chissà come mai tutti pensano che per te sarà facile partorire, come se stare dall’altra parte e assistere ti rendesse abile anche nel viverlo in prima persona), ma perché è una grande sfida con te stessa.
Il parto è un evento pieno di condizionamenti sociali, della famiglia e personali. Hai bisogno di diventare consapevole di quanto tutto ciò influenzi e incida sulla tua percezione e su come ti approcci a questa esperienza.
Quando vedi le lineette rosse sul test di gravidanza che ti dicono che presto diventerai un genitore e vedrai il tuo bambino, non vivi questo momento come una novità, ma sei già piena di condizionamenti, di idee o di paure di quello che dovrebbe o potrebbe succedere.
Pensa che spesso e già al primo incontro con me, poco dopo il test di gravidanza, le donne mi dicono “vengo presto perché sono terrorizzata dal parto”. Quindi è fondamentale iniziare a lavorare per trasformare le idee e le paure che ruotano intorno al momento del parto.
Il parto fa paura per tanti motivi
Il primo è perché spesso non ne conosci la fisiologia. Le coppie che seguo nel corso preparto non conoscono nulla di come funzioni il proprio corpo e di quanti meccanismi ci siano per prepararsi a questo evento. E il non conoscere carica di paure che a volte sono, oltretutto, infondate.
Quindi, per affrontare il parto con una maggior serenità è importante nutrire la tua parte razionale attraverso la conoscenza della fisiologia e di come l’utilizzo di farmaci e interventi medici non necessari possono andare ad alterare questo delicato ma perfetto equilibrio. Un ottimo punto di partenza è scegliere un buon corso di preparazione alla nascita, durante la quale apprendere non solo le procedure che possono essere svolte in ospedale, ma anche come funzioni nella pratica il tuo corpo, quali siano le diverse fasi del parto e, in tutto questo, fare anche in modo che il tuo compagno sia coinvolto e ti sostenga.
Non basta sapere solo ciò che avverrà all’ospedale. E sai perché? Perché tu non sei solo un’essere razionale. La neocorteccia (la parte del cervello razionale che utilizzi nella tua quotidianità) deve essere messa da parte durante il parto per lasciare spazio alla parte istintiva di te. Per farti capire meglio, questa è quella parte naturale che emerge anche durante la sessualità, o quando sei arrabbiata; dove non pensi troppo, è la parte istintiva di noi.
Devi sapere, che durante il travaglio, se lascia andare il controllo e ti permetti di essere te stessa senza inibizioni, le onde cerebrali rallentano e si avvicinano maggiormente a quelle del bambino, mettendoti in una comunicazione profonda con lui/lei.
Dal punto di vista fisico il parto assomiglia un po’ ad una maratona: a nessuno verrebbe in mente di correrla, senza essersi mai allenato prima, no?
Per questo motivo, se vuoi arrivare alla fine della tua corsa soddisfatta e sentendoti capace di far fronte ai possibili ostacoli, è necessario che ti prepari in anticipo al parto.
Una preparazione adeguata
Sappi che il tuo corpo si prepara già spontaneamente: nelle ultime settimane l’utero inizia ad allenarsi facendoti sperimentare le contrazioni di Braxton-Hicks; incominci a produrre ormoni in modo ritmico e anche il bambino – attraverso una serie di movimenti – inizia a prepararsi. Questo processo avviene in modo naturale senza necessità di controllo o attivazione da parte tua. Il tuo corpo lo fa spontaneamente con i suoi tempi.
Quello che tu puoi fare per sostenere questo processo è prenderti cura del tuo corpo attraverso l’alimentazione, il riposo, l’attività fisica e il cercare di ridurre lo stress quando esso è parte costante della tua vita.
Perché lo stress cronico incide negativamente? Perché influisce sulla produzione ormonale andando ad alterarla e a volte portando disequilibri. Questo si vede molto chiaramente nel ciclo mestruale, dove lo stress può inibire l’ovulazione o alterare l’equilibrio estrogeni-progesterone, ma si ripercuote allo stesso modo nella gravidanza e nel parto.
Diverse sono le ricerche scientifiche che dimostrano come lo stress possa favorire il parto pretermine e un neonato di minor peso alla nascita.
Il movimento rappresenta una risorsa molto importante per imparare a conoscere il tuo corpo e, gradualmente, a fidarti di lui. Soprattutto, se in passato hai avuto problemi fisici è oltremodo fondamentale coltivare una fiducia nelle capacità che il tuo corpo ha di far fronte alla gravidanza e al parto.
Un’attività fisica come lo Yoga, l’acquaticità in gravidanza e il pilates, favoriscono il benessere del corpo e della mente.
Per quanto riguarda le emozioni, autorizzati a verbalizzare come ti senti quando pensi al parto: quali sono gli aspetti che ti attivano e che muovono le emozioni dentro di te? Dove si muovono nel corpo? Cosa ti vogliono dire? Ogni emozione ha sempre un messaggio profondo per te per aiutarti a comprendere meglio il tuo mondo interiore e il mondo interiore del tuo bambino.
Una volta riconosciute le emozioni è possibile prendersene cura. Lo puoi fare attraverso la condivisione con altre mamme o con la professionista che ti accompagna, con il coaching, con la meditazione, con le visualizzazioni. Questo rimanendo all’interno di una situazione fisiologica. Se ti rendi conto che invece hai bisogno di un supporto più profondo rivolgiti a uno psicologo che ti possa supportare in questo cammino.
Come affrontare il dolore
Uno degli aspetti che maggiormente spaventa rispetto al parto e che ti fa sentire impreparata è il dolore. La mia maestra ostetrica Verena Schmid diceva queste parole rispetto al dolore: “Comprenderlo e accettarlo tocca temi profondi, esistenziali, mentre escluderlo riduce il sentire, il fare esperienza di sé, la gratificazione.”
Eliminando il dolore dal parto, perdi una parte profonda dell’esperienza, una parte che ti permette di conoscerti meglio, di accertarti e accoglierti anche nelle tue fragilità. Attenzione però: quando parlo di dolore è importante ricordare che è in tuo potere mettere in pratica tutto ciò che ti aiuta a tenerlo al minimo fisiologico. Allora sì che il dolore è gestibile. La donna ha il diritto di conoscere gli strumenti di analgesia naturale, affinché possa sentirsi capace e sicura di sé e il luogo della nascita deve offrire il più possibile l’intimità e ciò che serve alla donna per sentirsi a suo agio.
Sono molte le autrici che sottolineano quanto il parto sia un evento strettamente connesso a tutta la vita della donna e alla sua sessualità, motivo per cui è importante poterlo vivere interamente. Partorire con i propri ormoni senza l’uso di farmaci fa sì che, alla nascita, la donna abbia una produzione così alta di ossitocina da favorire il desiderio di ripetere l’esperienza, (proteggendo così la specie dall’estinzione), perché la soddisfazione che si prova è immensa, ci si sente potenti e in grado di affrontare ogni cosa.
Essendo il parto un evento intimamente legato alla sessualità femminile è possibile durante il periodo espulsivo che la donna possa sperimentare l’orgasmo.
Queste e molte altre sono le risorse che il tuo corpo ti offre a sostegno di un evento impegnativo e trasformativo. Ed è proprio la natura trasformativa del parto che ti dà l’opportunità di uscire da questa esperienza potenziate. Ma cosa deve succedere, affinché l’empowerment avvenga? Sicuramente è necessario che tu ti senta soddisfatta dell’esperienza. Nonostante le ricerche ci dicano che il parto naturale vaginale sia quello che maggiormente migliora la salute della mamma e del bambino, non siamo solo corpo e ho avuto modo di vedere parti meravigliosi (rispettati, intimi, non violati in nessun modo) che poi non trovavano congruenza nel vissuto della donna, che invece riportava l’esperienza come qualcosa di traumatico e assolutamente non positivo.
Sono molte donne che non hanno vissuto il parto che volevano o non si sono sentite soddisfatte della loro esperienza. Siamo tutte diverse e, a volte, abbiamo bisogno di fare un percorso profondo di ascolto e comprensione dei veri bisogni.
Proprio per questo motivo credo che sia importante fare una preparazione globale che ti accompagni a 360 ° a vivere un’esperienza consapevole, facendoti sentire padrona dei tuoi strumenti e delle tue competenze.
Tutto questo è necessario perché ti permette di scegliere quello che senti meglio per te, ma anche di accogliere la necessità e di abbandonarti con fiducia alla natura e al suo fluire.