27 Lug 2025

Valeria: desiderare la gravidanza lasciando la frustrazione

Valeria
ricerca di gravidanza

Racconta quello che hai vissuto prima del nostro incontro, emozioni, eventi importanti e percorsi che hai fatto:

Ho cominciato a cercare una gravidanza a 30 anni, subito dopo il mio matrimonio. Ho buttato la pillola che prendevo da 10 anni e immaginato che entro la fine dell’anno mi sarebbe cresciuta la pancia, con dentro il mio piccolo segreto. Mi sentivo eccitatissima. Inutile descrivervi la delusione che arrivava ogni mese insieme al ciclo… un ciclo secco, scuro, triste. Un anno dopo ho fatto alcune analisi di routine: spermiogramma per mio marito, visite ginecologiche per me, AHM. Tutto più o meno nella norma. Dopo un altro anno di rapporti mirati infruttuosi, la nostra vita sessuale si era ridotta ad una ricerca meccanica e sempre più frustrante, sia per me e le mie aspettative deluse, sia per mio marito che era più tranquillo e ottimista ma che aveva perso la serenità della sua compagna. Dolori lancinanti poi confermarono che il focolaio di endometriosi che sapevo di avere da tanti anni aveva creato, senza pillola, tanta infiammazione. Un’ulteriore diagnosi di utero unicorno (cioè con una sola tuba) riduceva le mie possibilità. Mi ritrovavo a un punto morto, molto dimagrita, e molto avvilita.

Cosa ti ha spinto a contattatami?

Avevo bisogno di prendermi cura di me. L’osteopata che mi aiutava con i dolori cronici mi aveva parlato di te, Chiara, e per fortuna ci siamo incontrate :)

Cosa è successo da li in poi?

Nel frattempo con una nutrizionista avevo iniziato a seguire una dieta antinfiammatoria e per riprendere il giusto peso, alla quale con te abbiamo aggiunto qualche utile integratore (fermenti, frutta secca e semi per l’energia…) e mi hai insegnato il massaggio YAM, che mi ha dato subito molto sollievo a livello addominale e pelvico. Con la tua guida ho cominciato anche a fare vapori vaginali e prendere accortezze per evitare la dispersione del calore. Intanto avevamo iniziato il nostro percorso di PMA e avuto i primi insuccessi, nonché un primo aborto interno, dal quale mi hai aiutata a riprendermi.

Quali consapevolezze sono emerse durante il percorso fatto insieme?

Mi ha aiutata molto riflettere sul perché volevo tanto una gravidanza. Questo mi ha portata ad affrontare il dolore della mia mancata maternità, che prima mi impediva anche solo di immaginarmi con un bambino, per la pena che quelle immagini mi creavano, invece di essere un sostegno positivo. Mi sono resa conto che mi frustravo nel tentativo spasmodico di controllare eventi su cui non avevo il minimo controllo; che il mio pensiero era bloccato in una logica “meritocratica” di causa/effetto per cui, se avessi fatto tutti i compiti per bene (dieta, esercizio, integratori, meditazione per rilassarmi, oniezioni per la PMA…) sarei stata premiata, e se invece quella gravidanza non arrivava doveva essere perché non facevo abbastanza. Dovevo imparare a mollare le aspettative, pur continuando a prendermi cura di me. Una cura per me, senza altro scopo. Una cura compassionevole.

Qual’è stato il beneficio più grande o i bisogni che ha soddisfatto i nostri incontri?

Credo che la svolta nel nostro caso sia stata la ginnastica ormonale del metodo Aviva. Me ne hai parlato quando mi sono ripresa dal mio secondo aborto interno, e ti ho detto che avevo deciso di prendermi qualche mese di pausa dai trattamenti. Era il momento giusto per iniziare una nuova strada che non necessariamente mi avrebbe portata a una gravidanza, ma che aveva lo scopo di regolarizzare e dare nuova linfa al mio ciclo mestruale. Funzionò immediatamente e in maniera totale e inaspettata. Già dopo un paio di settimane, la prima mestruazione fu del tutto diversa da quelle degli anni precedenti. Da quella successiva in poi, mi sembrava di essere tornata ragazzina. Qualche mese dopo, il nuovo pickup è andato benissimo, e il primo embrione trasferito è diventato il bambino di 5 mesi che mi dorme accanto in questo momento.

Qual’è stata la cosa più preziosa che hai imparato grazie al tuo percorso di ricerca di gravidanza che desideri condividere?

Ho imparato che non basta la tenacia di provare (e mantenere) approcci di cura diversi, ma bisogna anche lavorare molto sulle proprie emozioni; aspettative, desideri, stress e tensioni sono un bagaglio pesante. È impossibile “non pensarci” – e quando qualcuno mi diceva così, lo avrei strozzato – bisogna invece imparare a desiderare senza frustrarsi, a lavorare sul benessere e non mirando solo al risultato, a ringraziare per ogni piccola bella cosa, focalizzandosi sul nostro presente e contenendo l’ansia.

Qual’è stata la difficoltà maggiore che hai superato durante il percorso? Cosa ti ha aiutato?

La maggiore difficoltà è stata proprio andare contro al mio funzionamento controllante, accettando finalmente la mia sterilità. Nel momento in cui l’ho abbracciata, mi sono resa conto che nessuno mi aveva realmente fatto questa diagnosi: ero solo io che mi ero appiccicata questa dolorosa etichetta.

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Chiara Serafini

Chiara Serafini

Mi chiamo Chiara Serafini e da oltre 10 anni sono un’Ostetrica salutogenica, un'operatrice Shiatsu e una Coach.