Una diagnosi che cambia ogni prospettiva
Ho realizzato fino in fondo che desideravo diventare mamma, solamente quando mi è stato detto che non era certo che lo sarei potuta diventare. Dopo alcune visite in cui mi era stata diagnosticata una cisti ovarica apparentemente innoqua ho deciso di andare più a fondo e ho contattato un’altra ginecologa; sono bastati due minuti di ecografia per avere una diagnosi: endometriosi in stadio avanzato.
Sono stata operata in laparoscopia alcuni mesi dopo. Durante le visite preoperatorie ci avevano detto che subito dopo l’intervento ci sarebbe stata una probabilità maggiore di successo nel concepimento. Per questo motivo, appena abbiamo potuto abbiamo iniziato la ricerca di gravidanza. Carichi di dubbi e tanta speranza le due linee sul test di gravidanza sono arrivate molto più velocemente di quel che non pensassimo: a maggio dello stesso anno ero incinta.
Una prima gravidanza arrivata con facilità
La gravidanza è stata una gravidanza tranquilla terminata con un parto naturale di cui ho un bellissimo ricordo. Quando la nostra prima figlia ha compiuto un anno abbiamo sentito l’esigenza di allargare ulteriormente la famiglia. Poiché la prima gravidanza era arrivata molto velocemente eravamo speranzosi che così potesse essere anche per la seconda. Eppure iniziavano a passare i mesi, la gravidanza non arrivava e la frustrazione aumentava. Dopo sei mesi di vane ricerche lo sconforto era tanto, così abbiamo deciso di contattare Chiara, che mi aveva seguito sia nel pre-parto per indurre il parto naturalmente, sia nel post parto per l’allattamento.

Il nostro lavoro insieme
Durante il primo incontro sono affiorate le preoccupazioni e i timori per una gravidanza che non stava arrivando e che iniziavamo a temere non sarebbe mai arrivata, il mio senso di colpa dovuto all’endometriosi e tante sensazioni che avevamo accumulato nel corso dei mesi. Ho deciso di contattare Chiara, e avere il supporto di mio marito è stato fondamentale in questo, perché volevo tentare il tutto e per tutto, non volevo arrendermi con la paura di poter avere in futuro dei rimpianti. Inoltre in sottofondo erano sempre presenti la paura che l’endometriosi potesse ripartire e, a tale riguardo, l’invito di alcuni medici ad iniziare un percorso di PMA il prima possibile. Abbiamo iniziato un percorso di incontri con cadenza variabile, indicativamente mensile, durante i quali abbiamo lavorato sia sulla componente fisica, per esempio con massaggi, sia sulla componente psicologica, che mai avrei immaginato potesse incidere così tanto sul concepimento.
L’impegno è stato tanto e il percorso, caratterizzato da alti e bassi ed emotivamente impegnativo, è stato l’occasione per guardarmi dentro veramente, come persona prima ancora che come mamma. È stato durante questi mesi che mi sono scontrata e ho affrontato con nuovi strumenti il pensiero più difficile, ovvero chiedersi come sarebbe stato il futuro se questa gravidanza tanto desiderata non fosse mai arrivata.
Finalmente una nuova gravidanza
Le due linee sul test di gravidanza sono tornate dopo più di un anno di ricerca e sono state una gioia immensa e ormai insperata. Ma la gioia è durata meno di 24 ore. Il giorno successivo ho iniziato ad avere perdite di sangue: ho iniziato un iter di visite e esami delle beta che è durato un paio di settimane ma che ancora quando ci penso mi sembrano mesi. Non c’è sempre stata empatia da parte del personale medico e in un momento così difficile e delicato questo non ha aiutato. Nonostante le speranze fossero fiebilissime vi ci siamo aggrappati col tutto quello che potevamo, ma purtroppo non è stato sufficiente. Ho avuto un aborto spontaneo a 7 settimane e anche se precoce è stato un lutto a tutti gli effetti.
Abbiamo impiegato diversi mesi per riprenderci da quanto accaduto, anche se penso che il vuoto che ha lasciato in noi rimarrà per sempre. Questo evento tanto negativo ha però riacceso la speranza, la speranza di una nuova gravidanza che ormai avevamo perso.
Dopo l’aborto
Nei mesi seguenti ho continuato ad incontrarmi mensilmente con Chiara e abbiamo continuato a lavorare sia sulla componente fisica sia su quella emotiva, cercando di tenere sotto controllo, tra le altre, l’ansia derivante dalla paura che l’endometriosi potesse ripartire. I mesi sono passati uno dopo l’altro e l’arrivo della data presunta del parto della seconda gravidanza, è stato emotivamente molto impegnativo: ho realizzato ancora di più quello che sarebbe potuto essere e che invece non era stato.
Inoltre erano passati quasi due anni da quando avevamo iniziato la ricerca di gravidanza.

Quando meno te lo aspetti
Eppure la vita può, per fortuna, sorprendere in qualsiasi momento e quando proprio non ce lo saremmo mai aspettati, dopo circa un mese da tale ricorrenza, il test di gravidanza è risultato nuovamente positivo. La gioia incontenibile si scontrava però ogni volta con la paura che potesse esserci nuovamente un brutto epilogo: l’aborto precedente mi e ci ha segnato inevitabilmente. Ho vissuto questa gravidanza alla giornata, vivendo il singolo giorno come un dono e cercando di allontare i pensieri negativi.
Questi anni di ricerca sono stati emotivamente molto impegnativi, ma aver avuto affianco Chiara e aver intrapreso il percorso da lei proposto è stato non solo un valore aggiunto ma sono convinta che abbia inciso in questo epilogo che mai avrei creduto possibile; mi sono stati forniti nuovi strumenti per vivere e leggere gli eventi della vita, ho avuto la possibilità di ritagliarmi quel tempo che non pensavo di dovermi e potermi ritagliare per conoscere meglio me stessa e i miei limiti. Guardando indietro vedo la tanta strada percorsa in questi anni, con alti e bassi, ma che sicuramente mi ha cambiato come persona. Non posso che essere immensamente grata a Chiara per avermi guidata e supportata in questo percorso che mi ha visto mettermi in discussione in primis come persona.