Mi chiamo Maggie ho 35 anni e vivo in provincia di Pisa.
Vorrei condividerti alcuni punti della mia storia perché se stai attraversando un momento simile a quello che ho passato io… tu non ti senta sola.
In particolare, vorrei parlarti dell’ultimo anno, in cui ho vissuto alcune esperienze forti legate alla gravidanza.
Sono Sposata dal settembre 2021 con Andrea, e dopo un mese scopro subito di essere incinta.
La gioia dura poco.. Prendo il Covid e dopo un paio di mesi, a causa di una perdita di sangue, al pronto soccorso il ginecologo mi dice che il cuore del bambino si era fermato qualche settimana prima e il corpo stava iniziando l espulsione naturale dell’embrione.
Sgomento e dolore, non ci sono parole.
Il mio corpo si riprende abbastanza velocemente. Moralmente è stato un colpo inaspettato anche se In fondo, pensavo, rimarrò incinta molto presto, visto la facilità con cui è successo la prima volta.
In realtà i mesi passano e nulla succede.
Continuo ad assumere acido folico e anzi la ginecologa che mi segue mi fa integrare con inositolo a causa della sindrome dell ovaio policistico di cui soffro.
Inizio anche a fare esami del sangue e alla tiroide per vedere se c’è qualcosa che non va.. Ma è tutto negativo.
Le persone intorno a me non fanno altro che ripetermi:” Non ci pensare, vedrai quando meno te l aspetti arriverà!” ma come fai a non pensarci? Vorrebbe dire rinunciare ad un tuo desiderio! Come fai a non pensare continuamente al tuo più grande sogno.. ?
Accanto a me, ho un marito straordinario che mi fa sempre sentire amata e felice e che mi ricorda ogni giorno che il primo figlio della famiglia è proprio la coppia. Ad agosto per il mio compleanno andiamo in vacanza per una settimana, io smetto anche di prendere l acido folico, perchè voglio uscire per un attimo dalla routine e staccare.
Et voilà.
Torno a casa e dopo due settimane scopro di essere incinta!
Allora è proprio vero!
Funziona così!? A non pensarci?!
Ancora non ci crediamo…. Decidiamo di non dirlo a nessuno, nemmeno ai nostri genitori e non lo comunico nemmeno al datore di lavoro… E continuo la mia vita normalmente… Alla prima ecografia tutto bene, il cuore batte e gli esami vanno bene! Evviva!
A fine settembre vado ad un matrimonio fuori regione, e forse perché incontro tante persone o per il cambio di stagione, mi viene l influenza con febbre e mal di gola…
Passa la febbre ma dopo pochi giorni, all’improvviso, tutti i sintomi della gravidanza che avevo, doloretti al basso ventre, al seno, stanchezza generale..non li percepisco più. Sparisce tutto. Mi ricordo benissimo quel preciso momento.
È come se lo sapessi che qualcosa era andato storto. Da madre sentivo perfettamente quel collegamento con la creatura che era dentro di me , che mi comunicava al di là del suono della voce, cosa stava avvenendo. È stato un momento, era il 29 settembre festa degli Arcangeli.
Qualche giorno dopo la ginecologa mi conferma che ciò che avevo percepito era tutto vero.
Il cuore del mio piccolo aveva smesso di battere.
Dolore fortissimo. Infinito. Non ci potevo credere. Il dolore era così forte che evitavo di pensare a cosa mi era successo continuando ad andare a lavoro tutti i giorni, sorridendo alle clienti.. Ma dietro alla maschera solo dolore.
La fede in Dio mi ha insegnato che il filo rosso fra la trama e l ordito della mia vita è un senso che c’è sempre. Anche in questa parte della mia storia.
Fisso l’appuntamento per il ricovero per l’espulsione dell’embrione, che nel mio caso avviene con un trattamento farmacologico. Vorrei approfondire un attimo proprioquesto aspetto: l’AIFA, con la Determina n. 865,prevede che, in caso di trattamento farmacologico, si faccia un day hospital, che rimuove il vincolo che imponeva il ricovero “dal momento dell’assunzione del primo farmaco fino alla verifica dell’espulsione del prodotto del concepimento” (tre giorni in totale).
” La rimandiamo a casa, signora, perché lei si possa sentire più a suo agio nel comfort della sua abitazione” parole testuali della ginecologa. Io c’ero già passata. Sapevo esattamente cosa mi stava aspettando.
Scioccata e senza parole, in quel momento umanamente straziante tiro fuori tutta la forza che avevo in corpo e nella poca lucidità mi ritornano alla mente tutti i ricordi di quello che mi era successo l anno precedente: quei momenti dove fra casa e pronto soccorso il dolore emotivo era superato da quello fisico e una volta ricoverata avevo avuto bisogno della flebo di antidolorifici, di aiuto concreto per andare in bagno da parte di qualcuno con esperienza, di una presenza che mi guidasse nei momenti più difficili, dove vedevo con i miei occhi quello che stava succedendo. E questo potevano farlo sono le infermiere, le ostetriche e le ginecologhe di turno… Non certamente mio marito o chiunque altro. E nemmeno io da sola.
“ Io di qui non me ne vado… Finché non è finito tutto.”
Quella giornata infinita finisce, dopo che le ostetriche , per “rassicurarmi” mi dicono che la frequenza di aborti spontanei è altissima e fino a tre non si parla nemmeno di poliabortivita’ e quindi non partono le indagini sugli embrioni. Non è consolante questo discorso, è solo un amara verità. Non ho mai creduto nel detto “Mal comune, mezzo gaudio”.
Torno a casa, ho qualche strascico i giorni successivi ma nel complesso fisicamente mi riprendo velocemente.
Ed ecco che mi sorge spontanea la domanda: perché mi sono successe queste cose? Cosa c’è che non va in me?
Questa domanda mi spinge a rivolgermi ad un luminare, ginecologo ed endocrinologo delle mie zone. Nel suo studio privato appena entrata mi colpisce la Scritta a caratteri cubitali PMA (procreazione medicalmente assistita), pratica che non avrei mai preso in considerazione.
La prima cosa che mi dice è che devo perdere 10 kg, e poi non trovando niente di visibile all’ecografia in 3D e alla mammografia (oltre alla PCOS di cui ero già consapevole) mi prescrive accertamenti metabolici, ormonali e genetici. “E signora mi raccomando, mentre facciamo gli esami non ci provate, eh!” .
Nei mesi successivi faccio tutti gli esami e al risultato di quello genetico trovano una mutazione… Per poterne parlare con la Genetista dello studio, però chiedono che anche mio marito faccia degli esami di controllo.. Al che lui, dopo una breve riflessione capisce che era ora di smettere di fare tutti questi controlli… Che era diventato un lavoro, una fissazione e che dovevamo affidarci a Dio, alla Sua Volontà senza forzare la mano.
Questa sua decisione nella fede mi aveva rassicurata tanto!
Sento una pace grandissima nel cuore!
Ero libera!
E qui arriva provvidenziale l’incontro con Chiara, un ostetrica di Modena.
Chiara arriva sulla mia strada tramite un amicizia in comune.. La quale le parla di me e della mia situazione.
Decido di contattarla perché mi hanno detto, propone un percorso di consapevolezza e di conoscenza di sè e del proprio corpo alternativo a quello che fin’ora mi era stato proposto.
Mi colpisce subito la sua dolcezza, la sua profonda attenzione nell’uso del linguaggio.. Ogni sua parola è pesata, pensata, non casuale o di troppo.. Ogni sua domanda è preceduta da un “Se te la senti, se ti va..” . Mi commuove questo suo prendersi cura di chi ha davanti fin dai primi istanti e fin nei minimi dettagli.
Gli incontri con Chiara sono stati straordinari: con una semplicità estrema, come se tirasse fuori una verità che già c’era in me, mi ha guidato a comprendere quali passaggi è fondamentale fare alla luce delle esperienze passate. Per esempio, aspettare che quei nove mesi dal concepimento passino comunque, e quindi permettere al corpo di concedersi quel tempo per un recupero fisiologico, energetico ed emotivo, in quel tempo che sarebbe stato per la gravidanza.. lasciare quindi che anche il corpo faccia il suo corso..anche per quei chili di troppo.
Durante questo tempo prezioso, inoltre mi ha proposto di chiudere le esperienze precedenti: quindi non negare LA VITA CHE MI E’ STATA DATA, MA DARLE IL VERO VALORE CHE HA. Riconoscerle i doni che mi ha lasciato questa esperienza e queste anime che mi hanno scelto. E quindi dire GRAZIE per tutto quello che mi hanno portato e lasciato. Se sto scrivendo questa testimonianza, lo devo a loro, per esempio.
Un altro passaggio fondamentale in cui Chiara mi ha guidato è stato nell’autorizzarmi ad accogliere il dolore: più lo negavo più il vuoto dentro di me scavava.
Poi, tanto altro ancora nel percorso con Chiara: fare delle azioni concrete come scrivere una lettera ai miei bambini, per ringraziarli e perdonarmi di essermi sentita in colpa per la fine di queste gravidanze, fargli un funerale e dargli un nome, e realizzare un prodotto artistico che li rappresenti.
Fatti questi passaggi nei miei tempi e modi, e ascoltando come mi sentivo via via che affrontavo gli step, ho chiuso nel migliore dei modi queste esperienze, affidandole, lasciandole andare ma allo stesso tempo consapevole che i miei bambini sono sempre con me, anzi, con noi, perché mio marito Andrea in tutti questi passaggi mi è sempre stato accanto e partecipe.
Ho il cuore pieno di riconoscenza verso Chiara e vorrei parlarne a tutti perché i benefici che il suo percorso ha portato nella mia vita e nella mia storia sono tangibili e veri. Senza dimenticare che mi ha insegnato delle tecniche di auto massaggio della pancia fondamentali per il mantenimento di un buon equilibrio, della respirazione e dell’ascolto del proprio corpo.
Ora che ti sto scrivendo, sono al quarto mese della mia terza gravidanza: i primi mesi sono stati un mix di paura e gioia , nel totale affidamento alla Volontà di Dio nella mia vita e nella consapevolezza che i figli sono sempre e comunque un dono.
Non è stato facile scriverti questa testimonianza ma l’ho fatto con gioia perché anche la sofferenza, come la gioia , ha senso se condivisa .
Voglio concludere con una Parola che mi ha accompagnato in tutto questo tempo
“Tu doni e porti via, ma sempre sceglierò di benedire TE, mio Dio”.
Maggie